Descrizione
Pianta rampicante con fusti eretti, semplici o ramificati alla base e alti 20-50cm, ha grandi foglie lunghe 7cm. Le foglie sono larghe e spesso sovrapposte, verde chiaro, all'apice arrotondate e all'interno con venature infossate.
Storia
Il nome deriva da àristos (ottimo) e lochéia (parto) perché la pianta era ritenuta efficace contro le infezioni da parto e dotata di effetti benefici sul corpo.
Fino al 1981 è stata usata come base di diversi medicinali, per poi essere ritirata dal commercio per sospetta cancerosità.
Caratteristiche
Se ingerita, provoca disturbi intestinali e al sistema cardio-vascolare creando una paralisi alle vie espiratorie; ha tuttavia anche proprietà antireumatiche, sedative ed emmenagoghe.
Il suo odore dolciastro attrae gli insetti che vengono intrappolati al suo interno. Le radici sminuzzate venivano usate dai pescatori e si gettano nelle acque dei fiumi per avvelenare i pesci e prenderli.
Miti, leggende e simboli
Un antico detto romano dice che se questa pianta viene avvicinata all'utero subito dopo il concepimento, mista a carne bovina, fa formare un figlio maschio.
Gli indiani d'America la usavano contro i morsi dei serpenti e le febbri.
In entrambi i casi, può trattarsi di usi riconducibili alla forma del fiore, che richiama l’utero, o la testa del serpente.