Nymphaea alba

Villa Romana del Casale di Piazza Armerina
Foto della pianta
Disegno della pianta
Nome scientifico
Nymphaea alba
Nome comune
Ninfea comune
Specie
N. alba
Famiglia
Nymphaeaceae
Fioritura
da Maggio a Settembre
Luogo
Europa

Descrizione

Come tutte le ninfee, è una pianta acquatica, e le sue caratteristiche botaniche sono le foglie cuoriformi, i margini dentati delle foglie, un prominente reticolo di vene nella parte inferiore delle foglie, e la presenza di quattro grandi sepali che circondano il fiore. Sono portate da un picciolo centrale più o meno lungo, che cresce da un rizoma ancorato alla terra del fondale.
A regalare una particolare bellezza ai fiori sono gli stami, solitamente gialli dorati, o arancioni.
Durante la crescita, sono rossastre e arrotolate su se stesse, per poi emergere e dispiegarsi, diventando verdi, talvolta con nervature o sfumature ambrate. I fiori, a forma stellata, o a coppa, sono solitari, galleggianti, diurni, perlopiù profumati. Sono presenti da maggio a settembre, e i colori comprendono le sfumature dal giallo al rosso magenta, incluso il bianco.

Storia

Il nome Nymphea deriva dal greco nymphe e ricorda le mitiche Ninfe dei boschi, dei fiumi e dei laghi, in particolare le Naiadi, divinità dei fiumi e delle fonti.
La ninfea era una pianta molto diffusa e venerata anticamente, in Egitto e nell'America tropicale, le ninfee erano considerate piante sacre e ad accrescere la venerazione degli indigeni contribuiva anche una caratteristica di questi fiori che si schiudono in presenza del sole e si richiudono all'avvicinarsi di temporali o del buio nell’antico. In Egitto, dove cresceva rigogliosa sulle acque del Nilo, il “fiore di loto” veniva adoperato persino nei geroglifici, per rappresentare sia il fiore in sé, sia il numero 10.000. Resti di fiori di ninfea sono stati ritrovati nella camera sepolcrale del faraone Ramesse II.

Caratteristiche

La pianta ha proprietà calmanti e ansiolitiche. In omeopatia è utilizzata per la cura del mal di testa e del catarro intestinale.

Miti, leggende e simboli

La Ninfea per i Greci è una ninfa che galleggia sulle acque dopo essere stata trasformata in un fiore dagli Dei.
Una leggenda narra che una Ninfa bellissima vivesse presso un lago. Un raggio di sole la vide e si innamorò perdutamente di lei, così scese dal cielo e le si avvicinò. Il raggio di sole era vestito con un abito lucente tutto d’oro e la Ninfa si vergognò perché indossava un abito di perle. 
Sentendosi inferiore e mortificata dalla ricchezza del raggio di sole, decise di scendere sul fondo del lago dove era nascosto un immenso tesoro e di portare in superficie dell’oro da mostrare al raggio di sole. Così, la Ninfa raccolse dell’oro dal fondo del lago, ma era così pesante che la trascinò giù. La Ninfa sprofondò sempre di più e fu ricoperta dal fango. Solamente le sue mani piene d’oro rimasero visibili. Il raggio di sole la cercò ma non la trovò: la sua amata Ninfa si era trasformata in un bellissimo fiore acquatico, la Ninfea, che si apriva non appena lui spuntava e si chiudeva quando lui tramontava.

Nella cristianità la ninfa, proprio per il suo candore e la capacità di schiudersi sopra le acque senza sporcarsi di fango, ha rappresentato la castità.                                                                         
La leggenda narra che quando il piccolo Buddha mosse i suoi primi passi, in ogni punto in cui passava sbocciavano fiori di loto. Nel Buddismo la storia del fiore di loto indica il percorso di crescita dell’anima dal fango del materialismo attraverso le acque dell’esperienza fino all’illuminazione.

Iconografia

Fra le fonti inebrianti degli antichi Maya si annovera una specie di ninfea, Nymphaea ampla. La sua raffigurazione iconografica è presente in maniera quasi assillante nell’arte maya, nei vasi, nella statuaria, nei murali, così come nei Codici.
Le ninfee erano uno dei soggetti preferiti di Monet.

Riferimenti decorativi

Grazie ai significati attribuitigli nell’arte cristiana, la ninfea veniva spesso raffigurata sulle facciate delle chiese e sui capitelli per ricordare le virtù della castità, della purezza e della caritatevolezza.