Ignoto

Ignoto

Title: Chiesa del Carmine

Chiesa del Carmine

Descrizione

La facciata è composta da un portale a tutto sesto, incorniciato da due colonne con capitelli a motivi floreali, e un rosone francescano a dodici raggi. 

L'interno è ad una navata, dove a destra si trova una cappella con un portale a sesto acuto con pilastrini, la volta interna a crociera ogivale e con un fregio scolpito. Le pareti sono decorate con affreschi, tra cui La Trinità.

Riferimenti storici

La chiesa del Carmine, precedentemente chiamata di Santa Maria dell'Annunziata, fu edificata nel XIV sec. e il Convento nel 300. 

Nel 2006 ci fu il ritrovamento di un altro portale gotico di fine 300 che faceva ingresso ad una delle cappelle laterali, e successivamente il ritrovamento di una cripta sotterranea con reliquie dei monaci carmelitani.

Iconografia

Il quadro della Madonna è un particolare unico dell'iconografia cristiana: la scena contiene la Madonna che tiene il bambino con un braccio e con l'altra mano porge lo scapolare, circondata da 12 angeli; nella parte inferiore abbiamo i santi e da cornice ci sono dieci piccoli riquadri, raffiguranti storie della Vergine. Nel margine inferiore della tela è glorificata la devozione alla Vergine del Carmelo.

Title: Palazzo Vescovile Schininà

Palazzo Vescovile Schininà

Descrizione

Il palazzo è su due livelli e presenta un ampio prospetto, arricchito dal portone centrale con arco semicircolare e sculture ornamentali. Al primo piano è composto da sette balconi, tra cui spicca il balcone centrale riccamente ornato da intagli e sculture. 

Dal cortile del palazzo parte un sontuoso scalone, delimitato da eleganti balaustre in pietra che conducono al piano nobile del palazzo.

Riferimenti storici

Il palazzo venne costruito verso la fine del Settecento dalla Famiglia Schininà di Sant’Elia. Nella prima metà del XIX secolo venne ereditato dai figli Giuseppe e Giambattista, che lo divisero in due parti, dove nell'ala sud, nel 1841, nacque la Beata Maria Schininà del Sacro Cuore. L'ala nord, invece, dal 1926 al 1935 fu sede della Prefettura della nuova Provincia di Ragusa e, nel 1949, fu ceduto dalla marchesa Carlotta Schininà al parroco della chiesa di San Giovanni Battista perché divenisse sede del Seminario.

Oggi ospita anche il Vescovato e gli uffici della Curia Diocesana.

Riferimenti Botanici

Lo stemma della famiglia è composta da un giglio ed una cometa, sormontata da una corona, ed è posta sopra il portone d'ingresso.

Title: Palazzo Napolino Tommasi Rosso

Palazzo Napolino Tommasi Rosso

Descrizione

La facciata comprende un portale d’ingresso, dove le colonne lasciano scendere ai lati degli eleganti tendaggi scolpiti nella pietra e la bocca di due leoni. 

Sopra il portale si trova un balcone in ferro battuto sorretto da mensole decorate con mascheroni.

Title: Chiesa di Santa Maria del Betlem

Chiesa di Santa Maria del Betlem

Descrizione

La facciata è a due ordini e ha lo stile di due fasi costruttive diverse, tra il Cinquecento e l'Ottocento, composta da tre porte d'ingresso e un grande finestrone centrale. 

L'interno è a tre navate, con un tetto ligneo a cassettoni. Il basamento della cupola è a pianta ottagonale, le pareti decorate con dipinti e il pavimento marmoreo. 

All'esterno della chiesa c'è la lunetta di Berlon, un bassorilievo che raffigura l'Adorazione dei Pastori presso la Natività.

Riferimenti storici

La chiesa fu costruita al posto di quattro piccole chiese, ai piedi del Castello dei Conti ed ebbe diverse ricostruzioni in seguito ai terremoti. 

Tra le testimonianze superstiti di una delle architetture preesistenti, lungo il prospetto laterale sinistro, si trova una lunetta in calcare detta Lunetta del Berlon, e nella parte sottostante è presente una scritta in caratteri gotici che fa riferimento a una chiesa di Berlon.

Riferimenti Botanici

Nel ricco portale si sviluppano, accanto a cinque semi colonne, eleganti colonne con motivi a zig-zag floreali.

Title: Palazzo Zacco

Palazzo Zacco

Descrizione

L'edificio ha due prospetti con sei ampi balconi. Sul prospetto principale si aprono tre balconi, quello centrale che poggia sulle due in pietra pece con capitello corinzio, che delimitano l'ingresso, i due laterali, invece, hanno grandi mensole con la raffigurazione di musici che sovrastano volti grotteschi e raffigurazioni antropomorfe. Particolarmente originale è la mensola centrale del balcone laterale destro, con il musico che suona le maracas ed il sottostante mascherone che si rivolge ai passanti con una smorfia burlesca.  Anche nel prospetto laterale si trovano tre balconi, tra cui spicca quello al centro, che si appoggia su cinque mensoloni: uno centrale, più grande, raffigurante una sirena e quattro laterali con la raffigurazione di suonatori di flauto e di tromba. Anche la cornice dell'apertura è ricca di sculture, al centro del quale si trova la statua di S. Michele Arcangelo.

Riferimenti storici

Il palazzo venne edificato nella seconda metà del secolo XVIII dal barone Melfi di S. Antonio ed acquistato alla fine del secolo successivo dalla famiglia Zacco, da cui ha preso il nome.

Riferimenti Botanici

Nel cantonale d'angolo si trova lo stemma gentilizio della famiglia Melfi, delineato da una cornice di foglie d'acanto su cui si appoggia un puttino, mentre un altro tira fuori la testa dal lato opposto (Acanthus spinosus rappresenta il prestigio ed il benessere materiale, perché in passato veniva utilizzata per adornare le vesti dei personaggi più illustri).

Title: Cattedrale S. Giovanni Battista

Cattedrale S. Giovanni Battista

Descrizione

La facciata dell’edificio si presenta con numerosi intagli e sculture. 

È divisa in 5 parti da grandi colonne ed è arricchita da tre maestosi portali, dove quello centrale è ornata da colonne e statue dell’Immacolata, del Battista e di San Giovanni Evangelista. Davanti alla Cattedrale si trova un ampio sacrato e sul lato sinistro della Cattedrale vi è il campanile alto circa 50 metri. 

L’interno è a croce latina, con tre navate divise da colonne che nel 1777 i fratelli Gianforma decorarono con pregevoli stucchi, e anche delle grandi nicchie circondate da statue. All’incrocio del transetto, ornato da statue rappresentanti la Fede, la Speranza, la Carità e il Padreterno, con la navata centrale si trova la cupola, restaurata nei primi anni del XX secolo. L’altare maggiore è caratterizzato da un baldacchino dell’800 in velluto rosso e rifinito in oro. Molto particolare è la pavimentazione fatta da lastre in pece nera, adornata da disegni in pietra calcarea bianca,   realizzata nel 1848.

Riferimenti storici

La cattedrale di San Giovanni Battista sorgeva anticamente nell’antico centro della città di Ragusa. Dopo il terremoto del 1693 fu ricostruita nel cuore del nuovo centro abitato di Ragusa: era una chiesa piccola che mal si adattava alle esigenze di una popolazione in crescita, perciò nel 1718 fu ampliata e restaurata. 

Nel XIX secolo le navate laterali originarie vennero sostituite da piccole cappelle, con all’interno degli altari e venne realizzata la pavimentazione di lastre di pietra pece con intarsi in calcare bianco. 

Il 6 maggio 1950 con la costituzione della Diocesi di Ragusa divenne Cattedrale.

Title: Monastero dei Benedettini S.Nicolò

Monastero dei Benedettini S.Nicolò

Descrizione

All'interno è presente il sacrario dei caduti della I e II guerra mondiale. Con pianta a croce latina, è considerata una tra le chiese più grandi della Sicilia. All'esterno è incompiuta con 4 coppie di colonne mozze e il prospetto. 

Il monastero appare diviso dal resto della città, ed è costituita da un alto muro di cinta su cui si aprono i due portali principali: il primo a nord è situato in fondo alla via Gesualdo Clementi, il secondo, affacciato su piazza Dante, in corrispondenza dell'antico monastero cinquecentesco. Da questo secondo portale si accede all'enorme corte esterna che ha funzioni di filtro tra il mondo esterno laico e quello religioso dell'edificio. 

Circondato da un grande cortile, sorge il monastero vero e proprio, celebrato da Patrick Brydone nel 1773, che lo definì la “Versailles siciliana”. Un'infinita serie di volute, fiori, frutti, mascheroni mostruosi, putti, e ninfe adornano le mostre delle finestre e i balconi, mentre le paraste giganti a punta di diamante e coronate da capitelli corinzi, denunciano la loro natura ornamentale nel cornicione sovrastante che non vi poggia direttamente a causa di una frangia decorativa fatta di volute e conchiglie che sembra pendere dal cornicione. Al centro della facciata principale, ad interrompere la sua sfarzosa teatralità barocca, troviamo il maestoso portale nella sua semplice linearità. 

La struttura interna dell'edificio appare estremamente simmetrica con i due vasti chiostri quadrati, sui cui lati corrono lunghi corridoi che si intersecano e su cui si aprono le porte delle celle dei monaci, dei frati, dell'appartamento dell'abate e di quello del re.

Riferimenti storici

Gli edifici monastici di San Nicolò l'Arena occupano un'area enorme, che cinge su tre lati la grande chiesa.

La chiesa venne costruita su progetto dell'architetto romano Giovanni Battista Contini a partire dal 1687 e conserva il grande organo barocco di Donato Del Piano.

Title: Chiesa S. Maria dell’Itria

Chiesa S. Maria dell’Itria

Descrizione

La facciata della chiesa si sviluppa in due ordini divisi da un grande cornicione e scandita da quattro paraste. Il portale centrale presenta decorazioni con foglie intrecciate e un finestrone che lo sovrasta, mentre, ai lati, vi sono due grandi finestre ovali. 

L’interno della chiesa è a tre navate, divise da dieci colonne di pietra bianca e sormontate da capitelli corinzi. Ai lati dell’abside, nella cappella che chiude la navata di sinistra, è situato l’altare in stile barocco, con colonne a tortiglioni, che ospita un quadro seicentesco di notevole pregio in cui si raffigura San Giuliano e San Giovanni Battista, mentre sull’altare che chiude la navata destra è collocato un Crocifisso di scuola spagnola. Sulla parete di sinistra si trova un dipinto della Madonna delle Sette Spade con i santi Eligio e Lorenzo,  e una tela con San Corrado da Piacenza e il Beato Guglielmo da Scicli che reggono un quadro della Madonna. 

All’esterno, sulla destra della chiesa, è presente una cappella dedicata all’Addolorata, con altare di marmo e l’urna lignea con il Cristo Morto. Sulla volta è presente un affresco raffigurante l’Assunzione e l’Incoronazione di Maria, mentre sul pavimento si trovano il simbolo della Croce dei Cavalieri di Malta e tre lastre tombali, tutte in pietra pece, che indicano le sepolture del popolo, del clero e della famiglia Cosentini. 

Al fianco della chiesa si innalza una particolare torre campanaria, coronata da una balaustra a pilastrini e sormontata dal tamburo ottagonale che termina con una cupoletta. La splendida cupola è con la sua copertura di ceramiche color blu cobalto.

Riferimenti storici

La chiesa di San Giuliano è del XIV sec, poi fu ricostruita dall'Ordine dei Cavalieri di Malta fra il 1629 e il 1639. Nel 1626, infatti, il cavaliere Blandano Arezzo La Rocca, appartenente all'Ordine dei Cavalieri di Malta, fece costruire al posto dell'antica chiesa bizantina la nuova chiesa della Madonna dell'Itria (o Idria).

Questa chiesa, infatti, rappresenta l’unica dell'Ordine di Malta a Ragusa ed era molto più piccola e molto diversa rispetto a quella che fu ricostruita dopo il terremoto del 1693, dove poi infatti, successivamente, fu ricostruita ed ampliata nelle sue forme attuali. 

Il nome della chiesa quasi sicuramente trae origine dalla parola greca "odygidria" che significa Madonna delle acque, per via di alcune vene idriche presenti nella zona, successivamente la parola fu poi trasformata nel dialetto locale in "Itria".

Riferimenti Botanici

Utilizzo delle foglie di Acanto e delle decorazioni delle pareti della torre campanaria in terracotta policomia, con disegni di vasi e fiori in stile rococò dai tipici colori della Sicilia.

Title: Santuario Santa Maria della Stella

Santuario Santa Maria della Stella

Descrizione

L'aspetto architettonico della Chiesa ripercorre quello delle chiese a volume retto, caratterizzato da grandi volute di raccordo e timpano conclusivo. 

Nelle decorazioni vistose delle cornici, del portale, dei capitelli e delle paraste, si esprime l’originalità e la fantasia dello stile tardo-barocco della Val di Noto.

Riferimenti storici

La Chiesa di S. Maria della Stella venne ubicata alla periferia Est dell’antico centro abitato. 

La scelta di questo sito non fu casuale, perché vicino si trovava già uno dei luoghi di culto più antichi di Militello, ossia quello conosciuto come cripta dello Spirito Santo, una cappella ipogea riconducibile al periodo tardo-antico e proto-bizantino, connessa all’abitato rupestre dell’antico casale. I Normanni vollero stabilire una relazione di continuità tra il luogo di culto più antico di Militello e la Chiesa di S. Maria. 

Anche sulla Chiesa di S. Maria della Stella venne esercitato dai re di Sicilia e dai signori di Militello  il diritto di Regio Patronato, per il quale spettava direttamente al sovrano la nomina dei parroci, come anche la cura dell’edificio e la sua amministrazione. Dopo il terremoto, la parrocchia trovò una sede provvisoria presso la Chiesa di S. Pietro, mentre i lavori di costruzione della Chiesa proseguirono per circa un ventennio. Fu sotto il parroco don Bartolomeo Calabrò, nel 1741, che venne consacrata e aperta al culto la nuova Chiesa, completa con i primi due ordini della facciata, della navata centrale e delle cinque cappelle, mentre il terzo ordine della facciata fu completato nel 1765, e la torre campanaria nel 1815.

Iconografia

Nella Chiesa era esposta un’icona della Vergine col Bambino, raffigurata con le tre stelle dell’iconografia bizantina: due sul petto e una sulla fronte, simbolo della triplice verginità di Maria (prima, durante e dopo il parto).

Successivamente nominata della Stella, in riferimento sia a uno dei simboli biblici di Cristo che a uno dei titoli della tradizione mariana.

Title: Palazzo Cosentini

Palazzo Cosentini

Descrizione

L'edificazione del palazzo risale al terzo quarto del XVIII secolo per iniziativa del barone Raffaele Cosentini e del figlio Giuseppe e si concluse nel 1779. 

Il prospetto principale dell'edificio, a due piani, è delineato da due alte paraste, che terminano con un curioso capitello, arricchito da festoni e dalla conchiglia. I tre balconi del piano nobile si caratterizzano per la decorazione delle mensole, con mascheroni dai volti grotteschi e deformi; nel primo a sinistra sormontati da figure di musici, in quello centrale da figure alludenti all'abbondanza e in quello a destra con personaggi del popolo.

Riferimenti storici

Il palazzo si trova alla confluenza di due importantissime vie di comunicazione della città antica, la Salita Commendatore con la scalinata che metteva in comunicazione il quartiere inferiore con quello superiore e la strada di S. Rocco. Per questo motivo ai due cantonali si trovavano, come ci dice una descrizione dei primi anni del secolo XX, le statue dei protettori dei viandanti: S. Francesco di Paola, ancora esistente, e San Cristoforo o S. Rocco.

Iconografia

Nel prospetto laterale vi sono cinque mascheroni grotteschi che tengono in bocca animali simbolici, come la serpe e lo scorpione, sovrastati da figure allegoriche dell'abbondanza, come donne con grandi mammelle ed uomini che reggono cornucopie colme di frutti, alludendo alla ricchezza, vera o solo esibita, dei proprietari.

Title: Chiesa della Madonna della Catena

Chiesa della Madonna della Catena

Descrizione

La chiesa della Madonna della Catena è una delle poche costruzioni sopravvissute al terremoto del 1693. Venne edificata nel 1541 per ospitare forse una confraternita di donne, nel cui prospetto era presente un’edicola raffigurante la Madonna della Catena. Nel 1616 vi si insediò la confraternita del SS. Crocifisso al Calvario che nel 1652 si prese cura della sua riedificazione.  

La chiesa adotta un'oratorio, un'aula ad uso delle funzioni sacre e delle assemblee dei confrati. 

La facciata presenta due porte affiancate, con valenza funzionale e simbolica. 

Le due porte presenti erano una ad uso comune, l'altra sembrava fosse riservata al passaggio dei funerali dei confrati. Lungo le pareti laterali scorreva un sedile continuo per le assemblee dei confrati, mentre per le funzioni sacre si usavano le sedie.

La parete di fondo, a semicolonne e trabeazione, inquadrava l'arco trionfale e due nicchie laterali per statue di santi. L'interno dell'aula è stato decorato, nell'ultimo quarto del secolo XVII, e presenta una straordinaria decorazione a stucco, opera del 1690, raffigurante i Misteri gaudiosi del Santo Rosario nel registro superiore e dodici Sante vergini, incorniciate in quello inferiore da putti, festoni e cornucopie, e in quello superiore da scene con i Misteri gaudiosi. 

Un pantheon tutto femminile, in cui le sante, in abiti di gala a trine e fiocchi, esibiscono le loro grazie dalle nicchie, circondate da angeli e strette tra cartocci, festoni, conchiglie, putti e cornucopie. A completare l’insieme un soffitto ligneo intarsiato a cassettoni del 1674 e una bella cantoria lignea intagliata e dorata dove era collocato l’organo (ora trasferito nella navata). Nell’altare maggiore, in parte rifatto nel XIX secolo, è collocata la statua della Madonna della Catena.

Riferimenti Botanici

Le ghirlande fitte di mele cotogne esprimono l'intento supplementare di far incutugnare, cioè far dispetto ai rivali confrati del Purgatorio.

Title: Palazzo La Rocca

Palazzo La Rocca

Descrizione

Il palazzo fu costruito per iniziativa di Don Saverio La Rocca, barone di S. Ippolito. 

Di questa antica dimora dei La Rocca sono ancora visibili alcuni resti murari, con caratteristici archi ad ogiva. Il prospetto ad un piano, sobrio ed elegante, è caratterizzato da sette balconi sorretti ognuno da tre mensole in pietra pece, di cui le laterali sono più piccole mentre la centrale è più grande, che segue la curva del balcone. In esse vi sono raffigurate delle figure antropomorfe tra cui particolarmente interessanti il flautista, il suonatore di liuto, la popolana col bimbo in braccio, con i puttini nelle mensole piccole laterali. Dal grande portone d'ingresso si accede ad un atrio, in fondo al quale si trova una elegante scalinata a due rampe, da cui si accede alle stanze del piano nobile, che conservano ancora arredi settecenteschi, come le porte laccate ed i pavimenti in pietra asfaltica ed in maiolica. La facciata è chiusa da due paraste cantonali ed in basso da un cornicione continuo.

Title: Chiesa dei SS. Angeli Custodi

Chiesa dei SS. Angeli Custodi

Descrizione

La chiesa, dedicata a san Michele Arcangelo, era sede della “Compagnia dei Bianchi o della Carità”. Questa Compagnia si occupava dell’antico ospedale, che aveva sede nell’edificio adiacente la chiesa; La Confraternita aveva lo scopo di assistere i moribondi, dare onorata sepoltura ai poveri, raccogliere elemosine per le messe di suffragio. 

Il prospetto della chiesa dei “Santi Angeli Custodi”, d'epoca posteriore al terremoto del 1693, adotta uno schema seicentesco, con due porte e finestrone superiore espanso in volute laterali. La pianta è ad aula rettangolare e il pavimento, in maiolica calatina (1785), reca lo stemma della “Confraternita degli Agonizzanti”.

Title: Palazzo Fava

Palazzo Fava

Descrizione

Con una facciata che da in Via San Bartolomeo ed un’altra che si affaccia in via Castellana. Il palazzo è caratterizzato dalla ricca decorazione del portale che, racchiuso da semicolonne corinzie, presenta putti, elementi floreali ed è sovrastato da un timpano contenente uno stemma. 

Altro elemento di rilievo sono le mensole a sostegno dell’unico balcone, dove sono rappresentati due grifoni e due cavalli alati, con code pisciformi e mascheroni barocchi.

Riferimenti storici

Il Regno di Sicilia, tra il 1734 e il 1816, fu governato dalla dinastia borbonica, a seguito dell'incoronazione di Carlo III di Spagna nella cattedrale di Palermo, capitale del regno. 

Ancora oggi un monumento posto all'ingresso della cattedrale ricorda l'evento.

Iconografia

Sui mensoloni sono presenti figure mitologiche, come grifoni, cavalli alati e mascheroni grotteschi.

Title: Palazzo Baldanza-Denaro

Palazzo Baldanza-Denaro

Descrizione

All’interno l’edificio presenta un prospetto composto da una sequenza di lesene con alto basamento in pietra di S. Barbara, con due elevazioni fuori terra e un piano mezzanino, posto fra il piano terra e il piano nobile. C’è molta decorazione barocca, come i mensoloni con maschere e bassorilievi, le cornici delle porte-finestre decorate con volute, i cammei e le modanature e la ringhiera con aste in ferro battuto. Nel prospetto il portale è limitato da due lesene, sormontato da una trabeazione con triglifi e raccordate tramite una cornice alla tribuna sovrastante.  

Il palazzo è attualmente sede dell’Associazione Turistica Pro Loco.

Title: Palazzo Iatrini

Palazzo Iatrini

Descrizione

L’esterno offre un magnifico balcone, sorretto da ricche mensole ad intaglio con maschere. L’interno presenta numerosi ambienti, con un’accogliente corte con cisterna, sedili e giardino.

Title: Palazzo Niceforo

Palazzo Niceforo

Descrizione

Il palazzo presenta un interessante portale ricco di figure antropomorfe, sovrastato da un balcone con ringhiera in ferro battuto e mensoloni antropomorfi, ed è considerato uno degli esempi più belli dell’edilizia aristocratica del post-terremoto.

Title: Palazzo Caruso (Judica–Cafici)

Palazzo Caruso (Judica–Cafici)

Descrizione

La sua forma rettangolare, inquadrata da due pilastri, conferisce all’edificio una certa sobrietà spezzata dalle forme armoniose del portale d’ingresso, di forma arcuata ed inquadrato da un corpo a gradoni, accanto al quale vi sono quattro aperture di forma rettangolare con finestrone superiore. I mensoloni, presentano pregevoli figure antropomorfe scolpite in bassorilievo, raffiguranti mascheroni grotteschi, volti di bambini e teste di animali mitologici. 

Lo stile architettonico del palazzo risente di un tardo influsso barocco. 

L’interno presenta ariose stanze decorate con stucchi policromi e ammobiliate con mobili d’epoca. 

Riferimenti storici

Ad adornare alcuni dei mensoloni, oltre ai volti antropomorfi, vi sono incise figure mitologiche e simboliche, quali grifoni, serpenti e volatili di vario tipo.

Note bibliografiche

‘’Guida d’Italia’’ - SiciliaTouring Club Italiano

Title: Chiesa dell’Annunziata

Chiesa dell’Annunziata

Descrizione

La chiesa dell’Annunziata è considerata una delle chiese più antiche di Palazzolo, ma anche questa venne ricostruita dopo i danni subiti a causa del terremoto del 1693.  

L’esterno della chiesa presenta il portale caratterizzato da quattro colonne tortili binate, riccamente adornate da tralci di vite e fregi, che rappresentano motivi agresti tipici del barocco, ed è proprio per la particolarità di questo portale che viene considerata una delle chiese simboliche del barocco palazzolese.

L’interno è a tre navate, con l’altare maggiore in marmo colorato, raffigurante uccelli e motivi floreali, presenta anche un tabernacolo scolpito in marmo e caratterizzato da colonnine, sormontate da testine di putti. 

Riferimenti storici

Edificata probabilmente tra il XIII e il XIV secolo, nel 1474 la chiesa si arricchì di un tesoro d’arte, il contratto stipulato da Giuliano Maniuni, rettore della chiesa, con Antonello da Messina, in cui il più grande pittore siciliano dell’epoca si impegnava a dipingere su legno il grande quadro dell’Annunciazione. 

Questo capolavoro è rimasto nella chiesa fino al 1906, quando, acquistato dalla soprintendenza, con la motivazione della conservazione e del restauro, fu trasportato a Siracusa, e si trova oggi esposto nel Museo Bellomo. 

La chiesa ha una splendida facciata barocca ricostruita dopo il terremoto. Il progetto ed il disegno della facciata sono di Giuseppe Ferrara.

Riferimenti Botanici

Sulle colonne tortili della facciata sono presenti raffigurazioni di uva, melagrane, mele cotogne, pere e fichi. All’interno, l’altare maggiore è impreziosito da intarsi marmorei con motivi floreali di vario genere.

Title: Chiesa di San Filippo apostolo

Chiesa di San Filippo apostolo

Descrizione

La chiesa è a croce greca e lo sviluppo piramidale nel frontone, deve la sua particolarità alla posizione centrale della cupola. 

La facciata è impostata su due ordini, di cui quello inferiore delimitato da paraste corinzie, dove il modulo centrale ha lo spazioso portale timpanato al primo ed una finestra affiancata da lesene nel secondo. Lo spazio interno, caratterizzato da una decorazione settecentesca, è a tre navate divise da pilastri poligonali e affiancati da colonne che reggono archi a tutto sesto, adornate da stucchi settecenteschi. 

Sull’altare maggiore vi è un dipinto del XVI secolo che ha per oggetto la Lavanda dei piedi.  

Sotto la chiesa vi è anche una cripta, dove furono sepolti i membri dell’Arciconfraternita di San Filippo Apostolo e contiene degli affreschi raffiguranti il tema della morte, le quattordici stazioni della Via Crucis e sulla maggiore è raffigurata la Deposizione di Cristo nel sepolcro. Sotto la cripta si trovano i rifugi antiaereo e ancor più sotto si trova un antico bagno di purificazione rituale ebraico.  

Riferimenti storici

Venne costruita nel luogo in cui sorgeva la quattrocentesca Sinagoga ebraica di Siracusa. La sua costruzione fu finanziata dalla Confraternita di San Filippo, che trasformò il “Mikveh” della preesistente Sinagoga in cripta sepolcrale per i confratelli defunti, raggiungibile da un’apertura posta in prossimità dell’ingresso della chiesa. 

Nel 1867 a San Filippo venne ospitato il priore di Sant’Agostino, il quale volle innalzare un altare provvisorio che potesse accogliere la statua dell’Addolorata che si venerava nella sua chiesa. Dopo il terremoto del 1693 si evidenziarono lievi danni che furono usati come motivazione ad effettuare un radicale rinnovo della chiesa. 

Con la ricostruzione furono sistemati i locali sotterranei che divennero ossario. Attualmente la Chiesa è stata riaperta al culto nel 2010 e dal 2014 è sede della Parrocchia di San Giovanni Battista, dove svolge quotidianamente funzioni parrocchiali.

Iconografia

Internamente è possibile ammirarvi l’Altare Maggiore in marmo e le statue di Santa Maria Addolorata, di Santa Maria Assunta e di San Francesco di Paola, nonché l’urna del Cristo Morto.

Title: Palazzo Mergulese Montalto

Palazzo Mergulese Montalto

Descrizione

È caratterizzato da un prospetto medievale, con pietre scure ben intagliate. 

Sul prospetto si aprono una trifora, una bifora e una semplice monofora. 

Gli archivolti della trifora sono decorati con motivi floreali, mentre la bifora offre un intaglio a spina di pesce, che sostengono due eleganti colonnine tortili con capitelli a grappa. 

Nel primo ordine vi è un portale chiaramontano, sovrastato da un'edicola contenente la lastra marmorea, che ne afferma la data di edificazione, e i due ordini sono divisi da un cornicione marcapiano a dente di sega. 

L'interno presenta un atrio con scala scoperta e un porticato con loggiato.

Riferimenti storici

Il palazzo fu costruito per volontà della nobile Macciotta Mergulese nell’anno 1397 e fu successivamente donato dalla regina Costanza d’Aragona alla famiglia Montalto nel XV secolo. Nel 1837, invece, fu arrangiato a lazzaretto in seguito al colera e accolse poi la comunità religiosa delle Figlie della Carità.