Descrizione
È una pianta suffruticosa perenne, alta 40-70 cm, fino ad un massimo di 80 cm, glabra, papillosa, con fusti legnosi alla base, ascendenti e ramificati corimbosi in alto.
Presenta foglie carnose, lineari-cilindriche, sessili, le maggiori (4x30-35mm) intere o spesso con tre denti ottusi all’apice, le minori invece (2x15-20mm) raccolti in fascetti ascellari, generalmente semplici, presenza di margini seghettati o dentati.
Alcuni fiori marginali sono di sesso femminile mentre altri asessuati.
Storia
Il nome del genere Limbarda, deriva dal suo nome comune francese “limbarde”, mentre l'epiteto specifico crithmoides, si riferisce alla somiglianza con il finocchio di mare, Crithmummaritimum, originario anch’esso delle regioni europee mediterranee.
Per molti anni la limbarda è stata classificata tra le specie del genere Inula con il nome Inula crithmoides, successivamente la sua tassonomia è stata meglio approfondita. Lo svedese Arne A. Anderberg, studioso di botanica e tassonomia, a partire dal 1985 concentrò la sua ricerca sulla filogenesi delle angiosperme, occupandosi principalmente della famiglia delle Asteraceae.
La tassonomia e la filogenesi della tribù Inuleae fu revisionata da Anderberg (1991), prendendo in considerazione la presenza/assenza di 30 caratteri.
Caratteristiche
L'enula marina si sviluppa nelle aree costiere. Le comunità di Limbarda crithmoides si sviluppano su terreni per lo più sabbiosi e vicino al mare, lungo tutta la costa mediterranea.
Cespugli di varie dimensioni crescono anche nelle fessure ed anfratti delle scogliere. Cresce generalmente in prati salmastri, più raramente su sabbie, ciottoli o scogli, sempre presso il mare. Gli oli essenziali e gli estratti di molte specie di piante sono diventati popolari negli ultimi anni con l’obiettivo di caratterizzarne l’attività antiossidante e il loro utilizzo nel settore alimentare. Per le preparazioni gastronomiche si utilizzano le foglie ed i germogli quando sono ancora nella fase erbacea. Mediante l’aiuto del gruppo Botanico di Palinuro è stato possibile ottenere alcune delle principali ricette culinarie a base di “critimo”.