Cistus Incanus

Palazzolo Acreide
Foto della pianta
Disegno della pianta
Nome scientifico
Cistus Incanus
Nome comune
Cisto Villoso/Rosso
Specie
C. x Incanus
Famiglia
Cistaceae
Fioritura
da Maggio a Giugno
Luogo
Palazzolo Acreide

Descrizione

Questo cisto è un arbusto lanoso-tomentoso, a portamento cespuglioso di modesto sviluppo, inferiore a un metro di altezza, fittamente ramificato. I rami sono brevi e intricati così da formare una specie di cuscino abbastanza compatto senza essere completamente chiuso. Può assumere portamento eretto e raggiungere un’altezza massima di circa un metro.

Le foglie, che assomigliano vagamente a quelle della salvia per la superficie rugosa, sono ovali. La lamina è lunga dai 2 ai 4 cm. Di colore verde scuro, si presentano feltrose per la presenza di molteplici peli ghiandolari. La pianta, infatti, ha un forte odore aromatico ed è vischiosa. I piccioli sono cilindrici. I fiori sono abbastanza grandi e vistosi, di 4-6 cm di diametro con petali rosei o rosso purpurei, gialli alla base. Sono riuniti in gruppi terminali di poche unità all'ascella di foglie bratteiformi. Il frutto è una capsula. I fiori, che si aprono dal mese di maggio e proseguono per tutto il successivo, sono di colore rosa con il centro, vivacemente a contrasto, di colore giallo. I petali, in numero di cinque, sono sempre stropicciati come se fossero appena sgusciati fuori da un bocciolo molto stretto, similmente a quanto accade per i papaveri. Il margine esterno è cuoriforme.

Storia

Originariamete descritta da Linneo come Cistus incanus, recenti studi hanno dimostrato trattarsi di un ibrido naturale tra Cistus albidus e Cistus crispus

La parola "Cisto" deriva dal greco "Kistis" che vuol dire "vescichetta", riferita alla particolare forma rigonfia della capsula che contiene i semi.

Caratteristiche

Il cisto villoso è una pianta tipica del bacino del Mediterraneo. Vegeta nel Lauretumcome pianta del sottobosco nella macchia mediterraneo come componente floristico delle macchie degradate. Presente nelle isole, in Liguria e in tutta l'Italia peninsulare si spinge a nord anche in Emilia-Romagna nella zona costiera (retrodune dei Lidi ferraresi) e sui colli romagnoli. Tende a formare piccole macchie, talvolta distanziate di pochi metri fra loro, e per buona parte dell’anno la pianta passa del tutto inosservata, mimetizzata con l’erba e altre piante arbustive. Solo nel periodo di fioritura, ricoperta di corolle dai colori squillanti, diviene protagonista.

Note bibliografiche

Guzmán B., Vargas P., Systematics, character evolution, and biogeography of Cistus L. (Cistaceae) based on ITS, trnL-trnF, and matK sequences, in Molecular Phylogenetics and Evolution, vol. 37, 2005, pp. 644–660.