Salvatore Alì

Salvatore Alì

Title: Chiesa S. Bartolomeo

Chiesa S. Bartolomeo

Descrizione

Essendo una delle chiese più antiche e belle di Scicli, la facciata piramidale a tre ordini sintetizza vari stili artistici-architettonici, composto da vari ordini, dove il primo presenta colonne di stile tuscanico che fiancheggiano il cancello, con le statue di S. Pietro e S. Paolo, e il secondo ordine ospita, nella parte centrale, la statua dell’Immacolata con corona, aureola con stelle, e falce di luna ai piedi. Sopra l’arco della nicchia dell’Immacolata è scolpito lo stemma della Chiesa di S. Bartolomeo, con corona radiata, con in mano lo scettro della Collegiata e il coltello, simbolo del martirio del Santo, e ai lati, le statue di S. Bartolomeo e S. Guglielmo eremita, e il terzo ordine ospita la cella campanaria. 

L’interno, a navata unica, mostra una pianta a croce latina, con il transetto in posizione centrale, le cappelle incassate e l’abside rettangolare. Di grande interesse è la pala d’altare, raffigurante il “Martirio di San Bartolomeo”, opera di Francesco Pascucci datata 1779. Nel transetto di destra è custodita la “Santa Cassa”, un reliquiario in argento del 1862, su cui è posto un Gesù Bambino ligneo. Opera d’arte inimitabile e di altissima qualità è sicuramente il presepe ligneo settecentesco di scuola napoletana, attribuito a Pietro Padula e collocato nel transetto di sinistra, e di fronte ad esso, nello stesso transetto, è esposto un’interessante tela raffigurante “La Deposizione”, in cui sono rappresentate le scene della Deposizione di Gesù e lo svenimento della Vergine Maria. 

Riferimenti storici

Secondo la storia la chiesa di San Bartolomeo fu fondata già nel XV sec. e resistette, in larga parte, al devastante terremoto del 1693, ma fu riedificata a partire dall’anno 1752 con lavori che continuarono fino al tardo Ottocento.

Il prospetto, avviato alle fine del Settecento, fu rielaborato e concluso nel terzo ordine solo nel 1815. Nel 1822 furono realizzati lo spiazzale e il cancello in ferro battuto.

Iconografia

Le rappresentazioni dell’Immacolata Concezione che calpesta il serpente o ha la luna ai suoi piedi, o anche con il serpente che ha la luna sotto i piedi, sono molto rappresentate soprattutto nell’iconografia tarda-rinascimentale ed in ambiente occidentale. La falce di luna la troviamo rappresentata anche nella stessa Artemide/Diana pagana, spesso sul capo, come segno della verginità della stessa, oltre che nella Iside egiziana. La luna come simbolo della mutevolezza della stessa materia, il suo ciclo temporale e soprattutto il suo essere riflesso dell’astro per eccellenza. L’Immacolata eleva la materia stessa verso il cielo, la cui corona di stelle, dodici come i mesi, i segni zodiacali, le tribù di Israele discendenti dai figli di Giacobbe, sembrano inglobare il senso compiuto del mondo. 

Il martirio di S.Bartolomeo viene simboleggiato con il coltello.

Riferimenti Botanici

Palma, simbolo della vittoria del martire.

Title: Palazzo Beneventano

Palazzo Beneventano

Descrizione

È stato ricostruito dopo il terremoto del 1693. 

Molto vistose sono le decorazioni grottesche e appariscenti che dominano i balconi: ogni balcone è sostenuto da mensoloni raffiguranti animali fantastici e mascheroni antropomorfi. Grazie ai ghirigori ricurvi in ferro battuto, i balconi dominano la scena, creando degli interessantissimi giochi di luce che movimentano tutta la struttura. I colori tenui della facciata, che si contrappongono al colore scuro del ferro battuto, rendono questa costruzione leggera, elegante, sofisticata e allo stesso tempo bizzarra e fantastica. In cima al cantonale svetta lo stemma della famiglia Beneventano, ornato da due teste di mori, diventato uno dei simboli di Scicli, dove alla base troviamo S. Giuseppe. La presenza dei putti negroidi nello stemma di famiglia probabilmente è da collegare al fatto che i Beneventano erano attivi nel commercio di schiavi nel Mediterraneo.

Riferimenti storici

I mascheroni, le espressive decorazioni e i mensoloni sembrano seguire un filone narrativo che rimanda alle scorribande dei Saraceni e dei pirati del Mediterraneo, e alla loro conseguente cattura, tanto che la maggior parte delle sculture hanno espressioni aggressive, quasi spaventose, proprio a voler narrare a chi li osserva la paura di quei momenti.

Iconografia

Una Madonna guerriera, incursioni saracene, angeli e demoni come sicuri custodi del tempo, tutto in essa si combina e la religiosità in accordo con la vita civile, per un gusto barocco del vivere.