Vincenzo Sinatra

Vincenzo Sinatra

Title: Palazzo Trigona

Palazzo Trigona

Descrizione

Questo palazzo, considerato come il palazzo barocco più bello della città, apparteneva alla potente famiglia Trigona, marchesi di Canicarao. 

Sulla facciata troneggiano tre grandi aquile aragonesi in pietra, a memoria delle origini regali della famiglia, è divisa in due ordini orizzontali e in tre corpi, e presenta un’imponente portale arcuato posto in corpo avanzato delimitato da un doppio ordine di pilastri, con capitelli di tipo corinzio, arricchiti da formelle in bassorilievo raffiguranti motivi floreali, che sorregge il possente balcone centrale, racchiuso da una pregevole inferriata in ferro battuto. A fianco del portale vi sono sei finestre per lato che si presentano di forma trapezoidale, incassate in un elegante cornice di pietra bianca, arricchite nella parte superiore da timpani circolari a base aperta e da cartigli posti nella parte inferiore. Sotto le finestre più esterne vi sono due portoncini arcuati che conducono ai magazzini sotterranei del palazzo. 

Il cortile interno è delimitato da grandi balconate, che si proiettano dalla facciata interna in ordine decrescente, fino ai piani più bassi.

Riferimenti storici

Nei sontuosi saloni venivano organizzati i balli in onore della regina di Napoli, ai quali partecipava tutta l’aristocrazia netina.

Un ala del palazzo Trigona viene gelosamente custodita, quale abitazione, dall’ultima marchesa di Canicarao, mentre il resto dell’edificio, proprietà del Comune, è già in gran parte ristrutturato e ad oggi ospita conferenze, mostre e convegni. 

A restauro ultimato divenne anche sede dell’Istituto Internazionale di Scienze Criminali. 

Il palazzo venne progettato in un primo momento da Rosario Gagliardi ma venne poi completato da Vincenzo Sinatra e i fratelli Labisi.

Title: Palazzo Ducezio

Palazzo Ducezio

Descrizione

Questo palazzo è sede del municipio e la sua denominazione è in onore di Ducezio, fondatore della città. Fu progettato da Vincenzo Sinatra nel 1746, ma venne portato a compimento solo nel 1830 e il secondo piano venne costruito nella prima metà del XX secolo dall'architetto Francesco La Grassa. 

La facciata, convessa, è caratterizzata da 20 arcate, sorrette da colonne con capitelli ionici nella sezione inferiore e da tredici finestroni rettangolari nella sezione superiore. 

All'interno abbiamo la sala degli Specchi, il salone ovoidale arredato con mobili in stile Luigi XV e grandi specchi, scolpiti dall'avolese Sebastiano Dugo. Nella volta della sala campeggia La Fondazione di Neas, affresco neoclassico del pittore Antonio Mazza, che raffigura la fondazione di Noto da parte del condottiero siculo Ducezio.

Riferimenti storici

La pittura centrale sulla volta, attribuita ad Antonimo Mazza, è stata realizzata nel 1826, e raffigura una allegoria di Ducezio, dove un ufficiale mostra il sito di Neas sul monte Alveria, sito sul quale, in età pre-ellenica, sarà riedificata la città fortificata di Noto Antica per difendersi dall'attacco dei Greci. Nei riquadri laterali vi sono, invece, iscrizioni che riguardano i fasti della città di Noto ed espressioni tratte da Diodoro Siculo, Littara e Randazzo. Sul lato sinistro v'è anche un telegramma di Garibaldi ai patrioti di Noto del 1860.

La Sala degli Specchi è il salone di rappresentanza della città e continua, ancora oggi, ad ospitare delegazioni illustri e manifestazioni di pregio, come la firma del protocollo d'intesa tra gli Otto Comuni UNESCO per la creazione del distretto culturale. Il salone è stato utilizzato per ricevere molti Capi di Stato e, dopo la chiusura negli anni Novanta e il successivo restauro, è stato riaperto il 14 luglio del 2001 in occasione della visita della delegazione del Governo Ungherese, per il gemellaggio tra la città e l'Ungheria, che coinvolgeva i due poeti Sador Petofi e Giuseppe Cassone, traduttore italiano del poeta ungherese. In quell'occasione il governo ungherese ha regalato alla città un busto in marmo, oggi posto all'entrata del Municipio.

Title: Basilica di San Paolo

Basilica di San Paolo

Descrizione

È la più importante chiesa della città.

Sulla parte scenografica troviamo una scalinata a rampa unica di 11 gradini, che raccorda il piano stradale con il sagrato su cui insistono i tre archi del portico d'accesso alla basilica.  

La suggestiva facciata barocca è opera di Vincenzo Sinatra, ripartita su tre ordini, divisi in tre corpi al primo livello, ad unico corpo centrale per i restanti livelli, caratterizzati da volumetrie via via decrescenti. 

Il primo ordine è delimitato da paraste angolari curvilinee che raccordano la contro facciata, determinando nell'atrio due arcate sfalsate laterali con sviluppo ad ogiva, dove corpo centrale, per due livelli, è ulteriormente arricchito da coppie di colonne binate aggettanti, che contribuiscono ad esaltare la prospettiva convessa di tutta la struttura. L'arcata centrale poggia su colonne parimenti, sormontate da capitelli corinzi.

Il secondo ordine ricalca lo schema del corpo centrale del primo, con lesene ai lati della grande arcata. All'interno della campata è collocato un gruppo statuario, raffigurante un Gesù Cristo con globo crucigero, con ai lati due angeli osannanti. Due grandi volute raccordano il corpo centrale al livello inferiore, conferendo all'insieme slancio e simmetria e sulle mensole superiori sono collocati vasi fiammati decorazioni. 

Il terzo ordine è costituito da un solo corpo centrale, abbellito da coppie di lesene binate e colonne a sostegno dell'arco. 

L'ambiente interno ha funzioni di cella o loggia campanaria, e chiude la prospettiva una cuspide a bulbo, contornata da vasi decorati con fiammati croci sommitali. La superficie esterna del bulbo reca uno stemma raffigurante una spada che sostiene tre corone sovrapposte, simboleggianti gli ordini feudali: l'ordine demaniale o civico proprio delle città regie, l'ordine feudale o baronale e l'ordine ecclesiastico.

Riferimenti storici

In epoca aragonese, sul sito era presente un luogo di culto dedicato a Santa Sofia. Più tardi, in età spagnola, il nuovo tempio fu edificato sull'area che occupava la preesistente chiesa della santa. L'edificio fu in parte perfezionato anche nel 1657, anno in cui fu intronizzato il simulacro di San Paolo dove, nel mese di settembre del 1688, fu eletto patrono e protettore di Palazzolo Acreide. 

Il terremoto di Santa Lucia del 13 dicembre 1990 determinò un lungo periodo di chiusura.

Note bibliografiche

Pitrè, G., ‘’Feste patronali in Sicilia’’, volume unico, Torino - Palermo, Carlo Clausen, 1900.