Descrizione
Si tratta di una specie perenne, bulbosa, che raggiunge i 10-20 cm di altezza. Il bulbo è di colore bruno, globoso aspetto simile a una cipolla, con le radici al centro della metà inferiore. Le foglie nascono in in primavera, prima o insieme alla fioritura.
Storia
La denominazione del genere fu introdotta dal botanico francese Tournefort nel ‘600 e adottata da Linneo nel 1735.
Il termine deriva dal greco "circolare" con riferimento alla rotondità del bulbo. La specie deriva dal latino repandum “ripiegato all'insù”, con riferimento ai petali riflessi. Gli antichi, associando la forma del fiore a quella dell'utero, ritenevano che la pianta fosse capace di facilitare il concepimento.
Caratteristiche
Recenti studi hanno dimostrato le proprietà analgesiche e antinfiammatorie della pianta.
La pianta e soprattutto il tubero contiene ciclamina, un composto altamente tossico.
Miti, leggende e simboli
Veniva piantato intorno alle case per proteggerle dai malefici, e utilizzato per adornare le camere dei novelli sposi per favorire la procreazione.
Il ciclamino, per la sua consacrazione alla dea, era detto anche pianta di Ecate.
Nel Medio Evo, divenne la “pianta del diavolo”, proprio per evidenziare il fatto che Ecate fosse legata ai riti magici.
Ancora oggi è diffusa la credenza secondo la quale l’essenza di ciclamino favorisca l’incontro e l’unione delle persone affini.
Iconografia
Attributo iconografico specifico di Maria Addolorata e del Crocifisso. Il ciclamino, dal capo reclinato e spesso macchiato di rosso, è il simbolo del dolore e dalla passione di Cristo. Per questo motivo compare spesso nelle raffigurazioni Mariane (come prefigurazione del dolore) o dei momenti del dolore di Cristo. Appare a volte, per lo stesso motivo, in raffigurazioni della Natività o di Gesù Bambino.
Riferimenti decorativi/architettonici
Motivo rinvenibile nel Liberty.