Descrizione
Il palazzo del Vermexio, detto anche Palazzo del Senato, era, in origine, un cubo perfetto, diviso a metà altezza da un lungo balcone che separa, anche stilisticamente, i due ordini: l’inferiore rinascimentale, il superiore barocco.
Il primo piano è impostato su schemi classici, con le grandi finestre timpanate, le paraste decorate in bugnato dorico toscano e la trabeazione decorata con triglifi e metope.
Chiude la costruzione una vasta decorazione con festoni, tra i capitelli ed un cornicione fortemente aggettante. In esso Vermexio volendolo quasi “firmare”, vi scolpì nell’angolo sinistro, un minuscolo geco (detto in siracusano “scuppiuni”) o lucertola: epiteto conferito all’architetto a causa della sua rara magrezza ed altezza. All’interno dell’atrio è parcheggiata la carrozza settecentesca (1763) del Senato, realizzata su modello delle berline austriache.
I sotterranei del palazzo invece hanno restituito i resti di un primitivo tempio in stile ionico, risalente alla seconda metà del VI sec. Il basamento misura 59 x 25m.
Sono sopravvissuti i frammenti di un enorme capitello e la parte inferiore di una colonna, che ha, la caratteristica di essere rivestita, fino a una certa altezza, da una fascia non scanalata, nella quale dovevano trovare posto dei bassorilievi.
Riferimenti storici
I più importanti interventi architettonici che riguardano il Palazzo Vermexio furono la realizzazione di un attico nel 1870 e, intorno agli anni ‘60, l’aggiunta di un nuovo fabbricato.
Gelone, una volta giunto al potere, abbandonò il progetto del tempio ionico preferendo avviare i lavori per la costruzione dell’Athenaion dorico.